Archivio Storico Fondazione ISEC

95 anni fa il “Norge” di Umberto Nobile raggiunge il Polo Nord

L'hangar del "Norge" a Kingsbay, "Scientific American", aug. 1926
L'hangar del "Norge" a Kingsbay, "Scientific American", aug. 1926

Un’impresa memorabile

Il 12 maggio del 1926 il colonnello dell’Aeronautica italiana Umberto Nobile, noto progettista di dirigibili, sorvolò per la prima volta il Polo Nord con il suo “Norge”. Tutto era cominciato il 10 aprile quando il dirigibile (il cui precedente nome era N1, ma venne rinominato in onore della Norvegia) si era alzato in volo dall’aeroporto romano di Ciampino. L’avventura, che entrerà nella storia dell’aeronautica mondiale, aveva potuto principiare perché Nobile era riuscito a convincere il governo italiano a contribuire alle spese dell’impresa per il 25%; inoltre aveva ottenuto l’appoggio dell’Aeroclub norvegese e dell’uomo d’affari americano Lincoln Ellsworth.

Il “Norge”

Il “Norge”, che era stato collaudato in alcuni voli di prova a partire dal 1924 e aveva già raggiunto la Spagna e la Francia, era azionato da tre motori a sei cilindri in linea e poteva raggiungere una velocità massima di 113 km/h. Aveva un involucro lungo 106 metri e del diametro di 18,58 metri, riempito con 18.000 metri cubi di idrogeno.

Sosta a Leningrado

Il viaggio prevedeva alcune tappe di avvicinamento alla meta, la prima delle quali, dopo 1.200 km, era Leningrado (l’attuale S. Pietroburgo). Qui purtroppo il “Norge” fu costretto a una sosta molto più lunga del previsto a causa delle avverse condizioni meteo, che ne impedirono la ripartenza per settimane. Durante la pausa Nobile e i membri dell’equipaggio furono oggetto di molte benevole attenzioni da parte delle autorità sovietiche.

La conferenza di Nobile a Leningrado
Il 22 aprile il colonnello italiano tenne anche un’affollata conferenza in cui mise in evidenza tutti gli aspetti tecnici dell’impresa che stava guidando. Il testo stenografico di quella conferenza è giunto sino a noi e oggi è conservato nell’archivio di Fondazione ISEC

Si tratta di un documento di 34 cartelle fittamente dattiloscritte in cui Nobile descriveva con estrema precisione lo stabilimento di costruzioni aeronautiche di Roma:

“Lo Stabilimento in Roma […] è l’unico in Italia, e credo che per le sue antiche tradizioni tecniche sia l’unico al mondo. Esso conta circa 30 anni di vita. […] Oggi lo Stabilimento conta 300 operai, ma l’impianto è tale da permettere in caso di bisogno di triplicare le maestranze, come già fu fatto durante la guerra” (p. 1).

Nobile parlava anche delle caratteristiche dei dirigibili in costruzione e delle prospettive dell’industria dirigibilistica, affrontando il tema della spedizione polare e mettendo in evidenza i problemi all'orizzonte: 

“Obiettivo principale della spedizione è di esplorare la vasta regione compresa tra il Polo e l’Alaska, rimasta finora inaccessibile per lo stato impervio dei ghiacci che impedivano l’avanzata delle slitte” (p. 17) .

“Dai dati che ho riportati si può concludere che, effettuando il volo transpolare nel mese di maggio, il solo nemico in qualche modo temibile sarà probabilmente la neve, mentre per tutta la zona circostante alla calotta polare e particolarmente per la regione attraverso la quale si compirà il volo da Leningrado a Kingsbay, a questo nemico se ne aggiungono altri due forse più temibili: il vento e la nebbia” (p. 22). 

Nella conclusione della sua relazione Nobile tirava le somme del lavoro svolto, conscio dei pericoli in agguato ma orgogliosamente consapevole di poterli superare:

“La brevità del tempo disponibile, la fretta della preparazione, saranno state probabilmente causa di qualche lacuna, fors’anche di qualche errore. Abbiamo però la coscienza tranquilla: tutto ciò che poteva prevedersi è stato preveduto, tutto ciò a cui poteva provvedersi è stato provveduto” (pp. 33-34).

La conquista del Polo Nord

E così andò: ripreso il volo il 5 maggio, il “Norge” con il suo equipaggio misto (sei italiani, otto norvegesi, più la cagnolina di Nobile, Titina, inseparabile dal suo proprietario) il 12 maggio alle 13.30 raggiunse il Polo Nord, sui cui ghiacci furono lanciate dall’alto le tre bandiere delle nazioni che avevano sostenuto l’impresa: italiana, norvegese e statunitense.

"Corriere della sera", 12 maggio 1926
"Corriere della sera", 12 maggio 1926

Un momento di panico

Compiuta la trasvolata vi fu un momento di panico a livello mondiale quando le comunicazioni dal dirigibile si interruppero, ma ben presto furono ripristinate e il dirigibile poté così proseguire il suo viaggio verso l’Alaska dove giunse il 14 maggio. Complessivamente aveva compiuto un volo di 13.000 km in 170 ore, a una velocità media di 76 km/h.

Un vasto clamore

Il successo di Umberto Nobile destò una vasta eco in tutto il mondo, il colonnello italiano (promosso generale) divenne una star acclamata in ogni luogo in cui venne invitato.

Pur non essendo ancora all’epoca un fenomeno così massiccio come ai giorni nostri, anche il mondo della pubblicità sfruttò l’evento, come possiamo vedere dai due annunci pubblicati sul principale quotidiano italiano e su una nota rivista mensile del Touring club italiano.

Alberto De Cristofaro

Il testo della conferenza è conservato nel Fondo Boccardo Paola; la fotografia che ritrae alcuni membri dell'equipaggio del "Norge" è conservata nel Fondo Fontanella Odoardo.